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Agostino Ferrari nasce a Milano il 9 novembre 1938. Espone per la prima volta nel 1961 alla galleria Pater, presentato da Giorgio Kaisserlian. Incontra Lucio Fontana e gli artisti con cui l’anno successivo fonderà il gruppo del Cenobio. I giovani milanesi vogliono “salvare al pittura” interpretandola e rinnovandola così da renderla gesto puro, primitivo ma al contempo proteso verso il futuro. Dopo lo scioglimento del gruppo, Ferrari continua a coltivare il segno come scrittura non significante. Nel 1966 espone a New York, alla Eve Gallery. Successivamente, tornato in Italia, elabora cicli oggettuali e processuali dedicati agli ingredienti della pittura, segno, forma e colore: questa ricerca lo conduce, nel 1975, all’Autoritratto, l’unica installazione prodotta in tutto il suo itinerario creativo. Nel 1978, dopo un soggiorno a Dallas dove espone alla Contemporary Art Gallery, riemerge in lui l’esigenza di esprimersi con il segno puro ed entra in un periodo di “rifondazione”. Quasi contemporaneamente incomincia l’uso della sabbia vulcanica, che resterà caratteristica costante del suo lavoro fino ad oggi. Agostino Ferrari ha esposto in centinaia di mostre personali e collettive in Italia e all’estero. Fra le più importanti si ricordano soltanto le personali al Palazzo dei Diamanti di Ferrara (1976), al Palazzo Braschi di Roma (1992), alla Casa del Mantegna di Mantova (2010), alla Fondacion Frax di Alfas del Pi (Alicante, Spagna) (2011), al Palazzo Lombardia (2013). Ha vinto il premio per l’incisione Joan Mirò (1971) e il premio alla carriera Bugatti-Segantini (2017). Ha lavorato con gallerie di primo piano in Europa come Franz Paludetto (Torino), Thomas Levy (Amburgo), Lorenzelli (Milano), Centro Steccata (Parma). Sue opere figurano fra l’altro nelle collezioni Manuli, Moratti e Rabolini.